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Riforma 29/10/2017

La Festa della Riforma nelle cantate di J.S. Bach

La festività della Riforma riveste un ruolo molto importante nel calendario liturgico della città di Lipsia: essa infatti cade nel periodo relativamente tranquillo delle domeniche dopo la Trinità — caratterizzato da cantate di breve durata e di organico strumentale e vocale più ridotto — e vuole celebrare l’indipendenza religiosa dalla chiesa cattolica. Il celebre corale Ein feste Burg ist unser Gott, scritto da Lutero in persona, si trasforma nel simbolo delle comunità tedesche che affermano così il loro potere economico, militare e politico sulla scena europea.
La cantata BWV 80 rappresenta appieno l’orgoglio e la fierezza del popolo tedesco: essa è preceduta in questo programma da un’altra cantata non pienamente ascrivibile alla festività della Riforma e dal Kyrie della Messa in Si minore BWV 232, vero testamento musicale del compositore.
É molto interessante che l’innovatore della cantata tedesca usi come propria espressione finale e definitiva, l’Ordinarium missae in latino: la Messa raccoglie infatti tutte le istanze e i punti esteticamente più alti dell’opera bachiana, vera summa compositiva di tutto lo studio e il lavoro di Johann Sebastian Bach.
Egli sceglie un monumentum atemporale ed aconfessionale dell’ordinario della messa per poter diffondere il più possibile la sua estetica, che diversamente sarebbe rimasta in un ambiente abbastanza limitato, ovvero sarebbe stata compresa ed eseguita solamente dalle comunità riformate di lingua tedesca.
Durante tutta la permanenza a Lipsia Bach elabora e riprende a varie riprese la composizione della messa, fino a completarla pochi mesi prima della sua morte, nel 1750.
Il Kyrie compare già nelle prime versioni degli anni Trenta, insieme al Gloria: già nella prima parte della messa l’autore manifesta apertamente le proprie intenzioni cercando di unire gli stili che padroneggia ormai perfettamente.
Il primo Kyrie è un’ampia fuga con l’orchestra impiegata in parti obbiligate, il Christe addotta lo stile del duetto operistico settecentesco e il secondo Kyrie attinge a un contrappunto vocale arcaicizzante, con l’orchestra che si limita a raddoppiare le parti corali.
La Cantata BWV 192 Nun danket alle Gott presenta anch’essa una struttura anomala: di soli tre movimenti, senza arie solistiche a intervallare gli interventi corali, questa cantata è stata scritta intorno al 1730 per un’occasione non specificata; recenti studi ritengono sia collegata al tema della festa della Riforma per via del coro finale Lob, Ehr und Preis sei Gott tipico di questa festività.
Il coro iniziale è costruito su un tema di corale alla linea del soprano impreziosito da una scrittura estremamente ornata nelle altre voci.
Il duetto successivo, per soprano e basso, è un rendimento di grazie per la benedizione divina che prelude al coro finale basato su di una festosa giga dove, come nel coro iniziale, ai soprani è affidato il tema del corale, mentre le altre voci e gli strumenti sostengono e ornano con grazia la linea superiore.
La Cantata BWV 80 Ein feste Burg ist unser Gott detiene alcuni primati davvero impressionanti: essa è la prima cantata ad essere stampata nel 1830, prima quindi delle Passioni e della Messa in Si minore, e diviene presto il simbolo del popolo tedesco che cerca l’affermazione nel mondo politico-sociale — tanto da divenire la sigla dei fonogrammi della Wehrmacht nella seconda guerra mondiale — facendo di Bach il nuovo simbolo, dopo Lutero, della chiesa riformata.
Il coro di apertura della cantata è poi una tra le pagine più complesse e formalmente perfette di fuga corale: nelle sue 228 misure, scritte rigorosamente per coro a cappella, come riporta il manoscritto più prossimo a compositore — l’aggiunta di trombe e timpani risale a una variante del figlio Wilhelm Friedemann per Halle del primo coro in contrafactum (cioè con testo latino) — Bach costruisce una perfetta architettura in stile antico.
Altro primato poi il corale centrale Und well die Welt voll Teufel wär che Bach consegna a tutte le voci del coro all’unisono, unico caso nell’intero corpus bachiano. La cantata ha una datazione incerta e ha sicuramente visto più fasi compositive, sicuramente a partire dal 1715 a Weimar dove e ha sicuramente visto più fasi compositive ,sicuramente a partire dal 1715 a Weimar dove si deve la composizione dei testi — e probabilmente della musica — delle arie solistiche; è però a Lipsia che la cantata prende la forma oggi conosciuta: la struttura, che riprende interamente le quattro strofe del corale luterano,richiama il 1724, anno delle cantate-corali, sebbene non vi siano prove concrete che Bach abbia eseguito la cantata per la festa di quell’anno. Certamente però la cantata è rappresentata nel 1730 e nel 1739, duecentesimo anniversario dell’introduzione della Riforma a Lipsia: è a questo periodo che si riferiscono generalmente i cataloghi e le biografie per la datazione della composizione, che ha sicuramente conosciuto un iter generativo ben più articolato e diffuso nel tempo.
La cantata luterana è una forma musicale vocale destinata all’esecuzione nell’ambito della funzione liturgica luterana, il culto.
Il suo fine consiste nell’amplificare il messaggio delle letture bibliche proclamate e spiegate dal ministro durante il sermone, pervenendo così a un culto che è tutto musicale.
La cantata “rilegge” dunque insieme al fedele, con l’ausilio del canto corale e solistico, le letture prescritte, commentandole attraverso una struttura testuale concepita a tal fine. […]
Un’annotazione autografa bachiana sul versus del frontespizio delle partiture delle Cantate BWV 61 e 62 offre una testimonianza preziosa circa la collocazione delle cantate all’interno del servizio liturgico lipsiense: La prima cantata o la Parte I di una cantata bipartita avrebbe costituito la Hauptmusik, con funzione di Evangelien-musik, nel contesto della liturgia della Parola; la seconda cantata o la Parte II d’una cantata bipartita (la Musik) era invece collocata sub Communione, durante il rito sacramentale.

DOMENICA 29 OTTOBRE 2017

TORRE PELLICE (TO)
Tempio Valdese

CANTATE PER LA RIFORMA

Ingresso libero

PROGRAMMA

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1780)

    Cantata “Nun danket alle Gott” BWV 192 - Occasione non specificata 1730
    Cantata "Messe in h-Moll" BWV 232 - Lipsia 1747—1749
    Cantata "Ein’ feste Burg ist unser Gott " BWV 80 - Festa della Riforma — 1731
ESECUTORI

Solisti, Coro e Orchestra Barocca dell'Ensemble Frau Musika

Walter Gatti, organo

Riccardo Bertalmio,direttore